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L'importanza di dimagrire bene

Dieta significa in primo luogo educazione alimentare ossia mangiare meglio e non mangiare meno. Questo significa che dobbiamo imparare a distinguere gli alimenti che per noi sono indispensabili e utili, da quelli che sono eccessivi e dannosi. Dobbiamo nutrire la massa magra, non la massa grassa!! 

Solo con l’acquisizione di un metodo utile a "risvegliare" il metabolismo e a non sentire la fame, si dimagrisce in modo efficace e duraturo.

La dieta si concorda insieme al nutrizionista, in base allo stato fisiologico o patologico del paziente accertato dal medico (es. diabete, iper o ipo-tiroidismo, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione, allergia o intolleranza alimentare, etc.) gusti e stile di vita e poi si modifica nel tempo, secondo i risultati ottenuti, la stagione, l’attività fisica che si svolge.

Ognuno di noi, spinto dagli stimoli pubblicitari e mediatici in generale, non soddisfatto della propria forma fisica, cerca una soluzione miracolistica e non impegnativa al proprio problema di sovrappeso. Ciò avviene, in particolare, con l’avvicinarsi dell’estate, e quindi della temutissima "prova costume". Ed ecco che, sordi alle esigenze della propria salute, molti prestano ascolto unicamente ai consigli delle riviste, e di certe indicazioni di moda, che consigliano diete aspecifiche, uguali per tutte le esigenze. L’unico mezzo per una valutazione del successo della dieta sembra essere in questi casi la bilancia. Infatti, seguendo una qualsiasi dieta è facile perdere peso e il presunto successo a breve termine, è funzione di quanto ipocalorica è la dieta imposta. Diversamente da ciò che avviene in caso di graduale calo del peso corporeo ossia a spese della massa grassa, nel caso in cui si ha una perdita di peso veloce, si dimagrisce male, ovvero a spese della massa magra (es. muscoli). Di conseguenza, perdiamo tessuto corporeo metabolicamente attivo, cioè tessuto che consuma energia per mantenersi e che quindi impedisce al grasso di accumularsi. Tutto questo spiega perché chi perde molto peso velocemente poi tende a recuperarlo e anche a prenderne più di prima. Infatti, un chilo di grasso ha in sè quasi il doppio dell’energia di quella racchiusa in un chilo di massa magra: per questo la perdita di adipe è più lenta di quella di massa magra. Avviene che, a seguito di una dieta restrittiva, che non ha cambiato le abitudini alimentari, ma ha momentaneamente imposto qualcosa di difficilmente applicabile per il futuro, la persona riprenda la propria alimentazione, convinta di avere risolto il problema.

Infatti, il peso è diminuito ma non per perdita di grasso ma per perdita di massa magra. Ed è così che, a causa dell’abbassamento del metabolismo e di una vita sedentaria si ha, in seguito, una maggiore facilità ad ingrassare, in quanto non riusciamo a bruciare bene quello che introduciamo in eccesso, e una maggiore difficoltà a dimagrire con la successiva dieta. E questo avviene a maggior ragione quando ad una dieta ne segue un’altra e poi un’altra ancora e così via...

Da ciò nasce l’esigenza di un’attenta valutazione dello stato nutrizionale da parte del nutrizionista che va oltre la semplice misura del solo peso corporeo, così come si rende necessaria una buona educazione alimentare per non incorrere in errori di gestione degli alimenti priva di fondamenti rigorosamente scientifici. Ciò detto, va sottolineato come un altro parametro sia più importante del peso: la composizione corporea. Essa comprende l’idratazione totale e il rapporto tra massa grassa e massa magra. Dunque un monitoraggio regolare della composizione corporea serve a valutare le variazioni quantitative della massa grassa rispetto alla massa magra cercando in questo modo, durante una dieta, di valutare l’efficienza di questa ultima  nel tempo e la possibilità di modificarla in tempo, se necessario.

Le diete drastiche  non funzionano proprio perché il peso che si perde nel migliore dei casi è acqua o, nelle peggiori delle ipotesi, anche massa magra con grave danno per la salute ed il metabolismo e con la sola certezza di ingrassare di nuovo e più di prima una volta ripreso a mangiare "normalmente". Meglio risultati a lungo termine ma duraturi nel tempo che risultati a breve termine ma transitori. Solo con una dieta "personale" equilibrata e  con il monitoraggio della composizione corporea nel tempo, attraverso l’analisi plicometrica (e in casi particolari, con la bioimpedenza), si riesce ad essere sicuri di conservare la massa magra e di dimagrire perdendo solo massa grassa mantenendo, quindi, un buon STATO GENERALE DI SALUTE.

 

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