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8 gennaio 2015 4 08 /01 /gennaio /2015 18:21

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L'importanza di dimagrire bene

Dieta significa in primo luogo educazione alimentare ossia mangiare meglio e non mangiare meno. Questo significa che dobbiamo imparare a distinguere gli alimenti che per noi sono indispensabili e utili, da quelli che sono eccessivi e dannosi. Dobbiamo nutrire la massa magra, non la massa grassa!! 

Solo con l’acquisizione di un metodo utile a "risvegliare" il metabolismo e a non sentire la fame, si dimagrisce in modo efficace e duraturo.

La dieta si concorda insieme al nutrizionista, in base allo stato fisiologico o patologico del paziente accertato dal medico (es. diabete, iper o ipo-tiroidismo, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione, allergia o intolleranza alimentare, etc.) gusti e stile di vita e poi si modifica nel tempo, secondo i risultati ottenuti, la stagione, l’attività fisica che si svolge.

Ognuno di noi, spinto dagli stimoli pubblicitari e mediatici in generale, non soddisfatto della propria forma fisica, cerca una soluzione miracolistica e non impegnativa al proprio problema di sovrappeso. Ciò avviene, in particolare, con l’avvicinarsi dell’estate, e quindi della temutissima "prova costume". Ed ecco che, sordi alle esigenze della propria salute, molti prestano ascolto unicamente ai consigli delle riviste, e di certe indicazioni di moda, che consigliano diete aspecifiche, uguali per tutte le esigenze. L’unico mezzo per una valutazione del successo della dieta sembra essere in questi casi la bilancia. Infatti, seguendo una qualsiasi dieta è facile perdere peso e il presunto successo a breve termine, è funzione di quanto ipocalorica è la dieta imposta. Diversamente da ciò che avviene in caso di graduale calo del peso corporeo ossia a spese della massa grassa, nel caso in cui si ha una perdita di peso veloce, si dimagrisce male, ovvero a spese della massa magra (es. muscoli). Di conseguenza, perdiamo tessuto corporeo metabolicamente attivo, cioè tessuto che consuma energia per mantenersi e che quindi impedisce al grasso di accumularsi. Tutto questo spiega perché chi perde molto peso velocemente poi tende a recuperarlo e anche a prenderne più di prima. Infatti, un chilo di grasso ha in sè quasi il doppio dell’energia di quella racchiusa in un chilo di massa magra: per questo la perdita di adipe è più lenta di quella di massa magra. Avviene che, a seguito di una dieta restrittiva, che non ha cambiato le abitudini alimentari, ma ha momentaneamente imposto qualcosa di difficilmente applicabile per il futuro, la persona riprenda la propria alimentazione, convinta di avere risolto il problema.

Infatti, il peso è diminuito ma non per perdita di grasso ma per perdita di massa magra. Ed è così che, a causa dell’abbassamento del metabolismo e di una vita sedentaria si ha, in seguito, una maggiore facilità ad ingrassare, in quanto non riusciamo a bruciare bene quello che introduciamo in eccesso, e una maggiore difficoltà a dimagrire con la successiva dieta. E questo avviene a maggior ragione quando ad una dieta ne segue un’altra e poi un’altra ancora e così via...

Da ciò nasce l’esigenza di un’attenta valutazione dello stato nutrizionale da parte del nutrizionista che va oltre la semplice misura del solo peso corporeo, così come si rende necessaria una buona educazione alimentare per non incorrere in errori di gestione degli alimenti priva di fondamenti rigorosamente scientifici. Ciò detto, va sottolineato come un altro parametro sia più importante del peso: la composizione corporea. Essa comprende l’idratazione totale e il rapporto tra massa grassa e massa magra. Dunque un monitoraggio regolare della composizione corporea serve a valutare le variazioni quantitative della massa grassa rispetto alla massa magra cercando in questo modo, durante una dieta, di valutare l’efficienza di questa ultima  nel tempo e la possibilità di modificarla in tempo, se necessario.

Le diete drastiche  non funzionano proprio perché il peso che si perde nel migliore dei casi è acqua o, nelle peggiori delle ipotesi, anche massa magra con grave danno per la salute ed il metabolismo e con la sola certezza di ingrassare di nuovo e più di prima una volta ripreso a mangiare "normalmente". Meglio risultati a lungo termine ma duraturi nel tempo che risultati a breve termine ma transitori. Solo con una dieta "personale" equilibrata e  con il monitoraggio della composizione corporea nel tempo, attraverso l’analisi plicometrica (e in casi particolari, con la bioimpedenza), si riesce ad essere sicuri di conservare la massa magra e di dimagrire perdendo solo massa grassa mantenendo, quindi, un buon STATO GENERALE DI SALUTE.

 

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12 marzo 2014 3 12 /03 /marzo /2014 09:32


Poster SINU WASH 2012 (2)

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1 marzo 2014 6 01 /03 /marzo /2014 15:16


Il sedano combatte la ritenzione idrica


 


Il merito è del suo notevole contenuto di potassio che, in sinergia con  fibre ed enzimi, spazza via i ristagni che si
trasformano in cellulite


Oltre che per la salute, consumare buone quantità di frutta e verdura fresche è fondamentale per mantenere la linea: ricchi
di vitamine, minerali e fibre, frutta e verdure stimolano il metabolismo, mantengono regolare l’intestino e aumentano il senso di sazietà con poche calorie. Ma le verdure sono importanti anche
per contrastare la ritenzione idrica e cellulite: tra quelle più utili a questo scopo segnaliamo il sedano, che apporta pochissime calorie ( circa 20 per 100g) e che, essendo costituito quasi per
il 90% di acqua, ha importanti proprietà diuretiche. Inoltre il sedano contiene, oltre al ferro e manganese, il potassio, minerale che svolge un ruolo significativo nella regolazione
dell’equilibrio idrico del corpo e quindi un importante alleato contro la ritenzione idrica.


 








 



In pinzimonio ti fa mangiare di meno!!



Porta in tavola come antipasto un pinzimonio di verdure, composto da carote, sedano, peperoni e finocchi a listarelle. Accompagnalo con una salsina tipo tzatziki (si ottiene frullando mezzo
cetriolo, uno o mezzo spicchio d’aglio, mezzo vasetto di yogurt greco magro e un ciuffetto di menta) in cui intingere gli ortaggi. E’ un antipasto fresco che si sposa con i gusti forti che
apporta pochissime calorie e tanti minerali drenanti.


 


Una ricerca condotta alla University of Aberdeen Medical School ha evidenziato proprio le virtù drenanti del sedano
che, proprio grazie al suo contenuto di Sali minerali, avrebbe proprietà idratanti e diuretiche maggiori dell’acqua stessa.


 



Anche centrifugato!



Aggiungi un gambo di sedano ai tuoi centrifugati (di mela, arancia, uva, carota) ne raddoppi le qualità drenanti!



 


 
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11 settembre 2013 3 11 /09 /settembre /2013 13:42

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11 settembre 2013 3 11 /09 /settembre /2013 11:13

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1 giugno 2013 6 01 /06 /giugno /2013 10:21

PERDERE PESO NON IL SORRISO Pagina 2

 

 

PERDERE PESO NON IL SORRISO Pagina 1

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18 aprile 2013 4 18 /04 /aprile /2013 23:44
metro e forchetta  Sovrappeso, obesità e altri disturbi collegati (diabete, malattie metaboliche, ateriosclerosi, ipertensione) sono in crescita costante in Italia: oltre alla sedentarietà, gli errori alimentari ne sono naturalmente la causa più rilevante. Alcuni di questi errori riguardano la dimensione delle porzioni, a volte decisamente eccessiva, altre volte troppo ridotta.

Spesso non si valuta correttamente la densità energetica dei cibi, ovvero il quantitativo di calorie che apportano rapportato al loro volume (la misurazione standard si effettua solitamente su 100 g di alimento). Maggiore è la densità, più calorie si assorbono consumando una determinata quantità di cibo.

Una recente ricerca svolta presso la Pennsylvania State University ha dimostrato che si tende a ingerire ogni giorno circa lo stesso volume di cibo, pertanto se si consumano soprattutto cibi ad alto contenuto calorico si assorbiranno moltissime calorie, probabilmente più di quante non si riesca a smaltirne. La conseguenza è (in assenza di disfunzioni ormonali) l’accumulo di queste calorie in eccesso sotto forma di grassi.

Come si valuta la densità energetica?

Il fattore che influenza maggiormente la densità energetica è la presenza d’acqua. Più un cibo è ricco d’acqua, meno calorie contiene (in media). In effetti, tra i cibi secchi troviamo delle vere e proprie bombe caloriche, come biscotti, frutta secca e salumi; d’altra parte, frutta e verdura sono cibi piuttosto acquosi e quindi in genere ipocalorici.

Un altro importante elemento di valutazione è la ripartizione dei macronutrienti, ossia delle sostanze nutritive fondamentali che si trovano negli alimenti: carboidrati, grassi, e proteine. I grassi apportano circa 9 kcal per grammo, mentre proteine e carboidrati arrivano a circa 4 kcal. I cibi molto grassi tendono quindi ad essere piuttosto “densi” di energia, mentre quelli glucidici (a prevalenza di carboidrati) o proteici lo sono meno.

Porzioni e appetibilità

Dal momento che stiamo ragionando sul volume dei cibi, è opportuno ricordare che si tende a mangiare quantità superiori dei cibi più appetibili, a prescindere dalla loro composizione. Pertanto, anche alcuni cibi glucidici (come il pane) possono diventare ipercalorici, dato che se ne consumano facilmente grandi quantità.

Al contrario, esistono alimenti anche altamente energetici che però difficilmente consumiamo in grande quantità, perché sono poco appetibili oppure estremamente sapidi: si pensi ad esempio ad alcuni formaggi stagionati.

Porzioni ed “economia”

La quantità, nella percezione di molti consumatori, è più importante della qualità. In effetti, è un parametro più immediatamente valutabile, basta un semplice rapporto prezzo/peso o prezzo/volume, ma non è detto che una maggiore quantità di cibo sia automaticamente più nutriente; probabilmente però è più calorica, e questo non è un bene.

Alcuni tipi di ristoranti (come i fast food, ma anche le nostre pizzerie) giocano su questa percezione errata per trarne vantaggi commerciali: aumentando il dosaggio di ingredienti economici illudono i clienti di aver fatto un affare, mentre in realtà gli propinano pasti ipercalorici e poveri dal punto di vista qualitativo (la qualità non è a buon mercato). Qualcuno fa affari, ma non è il cliente.

L’esempio più tipico in Italia è la pizza: molti pizzaioli servono pizze enormi, condite con quantità spropositate di formaggio fuso di bassa qualità (probabilmente gonfiato con polifosfati). Farina, acqua e formaggi di questo tipo costano poco, e la dimensione delle pizze fa credere ai clienti di aver speso bene i propri soldi, incrementando il giro d’affari.

Occhio alla confezione

I cibi confezionati sono facilmente valutabili quando è presente una tabella nutrizionale, purché sia esposta in maniera corretta. Purtroppo sulle stesse confezioni compaiono stesso anche indicazioni fuorvianti.

L’indicazione delle “calorie per porzione” è uno dei parametri più ingannevoli per valutare il livello calorico reale di un cibo. La “porzione”, infatti, è una misura arbitraria, che cambia da prodotto a prodotto e non permette reali confronti, oltre a non tenere conto di quali siano le quantità realmente consumate.

L’unica misura che abbia una qualche rilevanza è la quantità di calorie per 100 g. Le varie indicazioni “Light”, “Diet”, “Fitness” e simili sono solo trovate pubblicitarie: quello che conta non è certamente la scarsità di un particolare macronutriente (di solito i grassi) ma l’apporto energetico totale.

Fibre e sazietà

Come abbiamo detto, i cibi ricchi di acqua sono anche poveri di calorie; perché questa acqua sia trattenuta, contribuendo alla sensazione di sazietà, è però necessario assumere un adeguato quantitativo di fibre alimentari, contenute in abbondanza in frutta e (soprattutto) verdura. Se è gradito, si può aumentarne la quantità sostituendo il pane bianco con pane integrale.

La presenza di fibre nell’intestino rallenta inoltre l’assorbimento dei nutrienti, lasciandoci sazi per tempi più lunghi.

Porzioni e “contenitori”
La sazietà, oltre che da risposte fisiologiche dell’organismo, dipende anche da meccanismi psicologici involontari. Il nostro cervello considera il cibo suddiviso in “unità” discrete, in alcuni casi indipendenti (come nel caso dei frutti), in altri casi legate al “contenitore” in cui il cibo stesso è riposto quando lo si mangia.

Pertanto (entro certi limiti) un piatto, una scodella o un bicchiere saranno solitamente considerati come una porzione, e si tenderà a consumare tutto il cibo in essi contenuto, purché sia sufficientemente appetibile.

Cosa fare?

Una soluzione (parziale) agli eccessi alimentari potrebbe essere quindi ridurre la dimensione dei contenitori di servizio oppure riempirli per la maggior parte con alimenti a bassa densità calorica, accostati a quantità ridotte di alimenti più energetici ed appetibili. In questo caso si ridurrebbero le calorie assunte senza diminuire il senso di sazietà.

Naturalmente, bisogna tenere conto del bilanciamento tra macronutrienti necessario nella dieta quotidiana, che per una persona sana dovrebbe essere costituito da circa il 50 per cento di carboidrati, 30 per cento di grassi e 20 per cento di proteine.
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14 febbraio 2013 4 14 /02 /febbraio /2013 21:10

allergie-tutti-i-test.jpg

 

allergie-tutti-i-test-2pg.jpg

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14 febbraio 2013 4 14 /02 /febbraio /2013 15:17

ETICHETTE E GRASSI NOCIVI

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14 febbraio 2013 4 14 /02 /febbraio /2013 15:09

piramide alimenti veri

 ASSOCIAZIONI           SI!

Limone + spinaci, per un ottimo utilizzo del ferro contenuto nei vegetali la vitamina C presente nel limone facilita l'assorbimento del ferro (tabella sottostante).

Latte vaccino + soia, una tazza di latte con biscotti di soia rinforza le ossa. Gli isoflavoni contenuti nella soia imitano l'azione degli estrogeni, stimolando la formazione di proteine che combinate al calcio del latte aiutano il tessuto osseo.

Insalata + spezie, queste ultime potenziano gli effetti antiossidanti dei vegetali. Secondo il British Journal of Nutrition 3 gr di maggiorana aggiunta a 200 gr. di insalata quadruplicano l'effetto antiossidante degli ortaggi.

Carote + olio, quest'ultimo permette al betacarotene contenuto nelle carote di essere assorbito al meglio, ricordiamocene in estate quando vogliamo apparire abbronzati. Stessa cosa accade al licopene contenuto nel pomodoro. Quindi via libera a carote e pomodori conditi con olio.

Vino + noci, la vitamina E dei semi e il resveratrolo del vino insieme potenziano il loro potere protettivo nei confronti dell'apparato cardiocircolatorio.

Tè verde + limone, l'agrume accresce l'effetto antietà delle catechine contenute nel tè. Questo grazie alla vitamina C che aiuta a mantenere stabile la struttura delle catechine.

Finocchi + aglio, entrambi gli alimenti si rafforzano e combattono le malattie degenerative, non solo, l'anetolo contenuto nel finocchio elimina gli effetti che l'aglio ha sull'alito.

Cavoli + pesce, il sulforafane presente nei cavoli e il selenio del pesce agiscono in sinergia creando un potente antiossidante ad azione preventiva contro alcune forme di tumore.

Carne + germe di grano, le vitamine del gruppo B contenute nel germe di grano favoriscono l'assorbimento del ferro contenuto nella carne.

ASSOCIAZIONIpiramide alimenti veri
         NO!

Vino + birra, sono sostanze che aumentano l'acidità e quindi rallentano la digestione degli amidi, che necessitano di un ambiente alcalino.

È bene quindi limitare l'assunzione di queste bevande ai pasti prevalentemente proteici, soprattutto quelli a base di carne e pesce.

Spinaci + uova, i fitati degli spinaci rallentano l'assorbimento del ferro presente nell'uovo.

Latte + caffè, insieme formano una sostanza, il tannato di albumina, che viene digerita in 3 ore. Quindi cappuccio e brioche non è certo la colazione ideale dello sportivo che deve effettuare gli allenamenti.

Carne + caffè, il caffè dopo una grigliata non è proprio ideale. I tannini del caffè inibiscono l'assorbimento del ferro contenuto nella carne.

Vino + alimenti ricchi in ferro, l'alcol rallenta l'assorbimento del ferro. Se soffriamo di anemia è meglio non consumare carne in associazioni a vino. In tutti gli altri casi non ci sono problemi.

Carne + formaggio, ogni tipo di proteina ha bisogno di particolari enzimi che vengono attivati in particolari condizioni di acidità.
Assumendo proteine di diversa natura (ad esempio carne e formaggio, uova e carne, uova e formaggio) si rallenta la digestione di entrambe.
Da segnalare l'associazione di carne e latticini: la caseina del latte tende ad inglobare le proteine della carne rendendola indigeribile e dando luogo a fenomeni putrefattivi.

Olio fritto + carne, i lipidi o grassi sono gli alimenti più difficoltosi da digerire e quindi quelli che rallentano maggiormente la digestione degli altri nutrienti.
L'olio o il burro una volta fritti rallentano la digestione più di quelli crudi e quando associati a proteine ne determinano una lunga permanenza nell'intestino, favorendone la putrefazione.

Dolci + pasto proteico: gli zuccheri semplici come il fruttosio della frutta, il miele o lo zucchero che mettiamo nel caffè, passano rapidamente nel tubo digerente per essere poi assimilati nell'intestino. Se li ingeriamo con alimenti che richiedono una digestione più laboriosa rallentiamo il loro passaggio col rischio di innestare processi fermentativi dannosi.

Formaggio + verdure, i fitati contenuti negli ortaggi diminuiscono la disponibilità del calcio contenuto nel formaggio. Se vogliamo introdurre formaggi ad alto contenuto di calcio cerchiamo di assumere: grana, parmigiano, Emmental, pecorino, groviera.

 

 

 

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